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Ansia: cos'è e come riconoscerla

Veronica Bertoncelli

Psicologa - Psicoterapeuta

Definizione dell’ansia

L’ansia rappresenta un importante risorsa per tutte le persone, e non solo, ed è lo stato di attivazione dell’organismo che si manifesta quando siamo di fronte ad uno stimolo percepito come pericoloso. L’ansia è una manifestazione fisiologica soggettiva, perché non tutte le persone provano ansia per le stesse cose.
La sua presenza in ogni individuo è estremamente importante per la sopravvivenza, per mantenere lo stato di allerta e per migliorare anche le nostre prestazioni.
Solitamente l’ansia è considerata come una manifestazione negativa, soprattutto per i suoi effetti a livello somatico e quindi ci si focalizza sugli aspetti negativi invece di valutare quelli positivi.
Nessuno di noi infatti potrebbe essere in grado di affrontare momenti importanti e salienti della propria vita se non ci fosse un minimo di attivazione dell’ansia. Se è vero infatti che l’ansia a volte può fermarci è altrettanto vero che è l’ansia a spingerci all’azione.

 

Come si manifesta l’ansia?

Potremmo dire che l’ansia ha al suo interno diverse componenti, che spesso non vengono valutate dai più.
Le componenti dell’ansia spiegano in che modo si manifesta l’ansia stessa e sono: somatica, cognitiva, comportamentale ed emotiva.
La componente somatica spiega la stato di attivazione fisiologica conseguente all’ansia che si caratterizza per la presenza di palpitazioni, tremori, fatica a respirare, capogiri, aumento della sudorazione, disturbi della digestione, vampate di calore ecc.
Dal punto di vista cognitivo l’ansia ci spiega se una persona è in grado o meno di comprendere il suo stato nel momento stesso in cui prova ansia.
L’ansia si manifesta a livello comportamentale mettendo in scena il tipico comportamento di attacco o fuga che servono per riportare una sorta di equilibrio quando appunto proviamo ansia.
L’ultima componente dell’ansia è quella emotiva che ci spiega l’emozione che si manifesta nella persona solitamente di paura,  terrore e cambiamenti dell’umore.

L’ansia è un disturbo?

Spesso l’ansia viene descritta come una paura di qualcosa che non esiste invece è tutt’altro è una manifestazione in relazione a qualcosa che ci inquieta sia esso più o meno definito che può farci arrivare a sentirci del tutto impotenti e incapaci di gestire gli eventi e la situazione che stiamo vivendo.
Come si diceva all’inizio l’ansia è una manifestazione del tutto normale di risposta del nostro organismo ad eventi e situazioni ritenute come minacciose, ma può ovviamente diventare ansia patologica e quindi un disturbo d’ansia, quando invece di manifestarsi in determinati e pochi contesti “giustificati” si manifesta continuamente o comunque in momenti in cui, almeno per noi, non ce n’è motivo.
Ecco in questo preciso istante l’ansia diventa un disturbo o può diventarlo.

Quando l’ansia diventa patologica?

Facciamo degli esempi per meglio spiegarti la differenza tra ansia sana e patologica.
Se devo sostenere un esame molto importante per il mio futuro e in quel momento ho un po’ d’ansia anticipatoria e agitazione che mi spingono all’azione e a mettermi in gioco sto provando un’ansia sana, perché vuol dire che di quella cosa mi importa molto.
Diversamente se devo sostenere un esame il solo pensiero di doverlo sostenere mi manda in blocco e non capisco più nulla, mi creo in testa tutte le profezie catastrofiche possibili, mi si annebbia la mente e non riesco nemmeno a presentarmi in sede di esame o mi presento e soffro da morire stiamo parlando di una manifestazione dell’ansia patologica.
Facciamo un altro esempio, se sto camminando per strada e in lontananza vedo un cane di grandi dimensioni, tutto agitato e un po’ aggressivo quasi sfuggire dalle mani del padrone e io provo ansia, va bene perché il mio cervello mi sta dicendo che devo aver paura di quello che sta succedendo e con calma e lentezza mi aiuterà ad allontanarmi dal cane pericoloso.
Diversamente se vedo sempre lo stesso cane minaccioso e io inizio a pensare che mi correrà in contro e chissà cosa mi farà e magari mi sbranerà ecc e io invece di indietreggiare piano piano mi paralizzo o inizio a correre senza una direzione, magari urlando o buttandomi in mezzo alla strada stiamo parlando di ansia patologica.

Quali sono i disturbi d’ansia?

Attenzione l’ansia non è da confondersi con la paura, che è un’emozione che si può provare quando si prova ansia ma non è la stessa cosa dell’ansia. Questa differenza merita una trattazione a parte.
Diciamo che i disturbi legati all’ansia sono molti e li vediamo in una breve carrellata qui insieme:
– Ansia sociale o fobia sociale
– Fobia specifica
– Ansia da separazione
– Disturbo d’ansia generalizzato
– Disturbo di attacchi di panico
– Ipocondria
– Mutismo selettivo
– Disturbo d’ansia dato dall’assunzione di sostanze/farmaci o da condizione medica
Questi sono i disturbi riconosciuti dal manuale diagnostico di riferimento per i disturbi psicologici ma in realtà le stesse manifestazioni di ciascuno di questi disturbi possono variare a seconda della tipologia di disturbo e in base alla componente soggettiva.

Ansia si guarisce e quanto dura la cura dell’ansia?

Dai disturbi d’ansia si guarisce e questo ormai è un dato di fatto, non mi piace quando le persone mi parlano di convivenza con i disturbi d’ansia perché deve essere una gran brutta convivenza. Per curare l’ansia spesso si fa ricorso solamente ai farmaci, che sicuramente possono aiutare al contenimento di una sintomatologia sofferta ma non insegnano alla persona come cambiare i propri schemi cognitivi in relazione all’ansia, non le insegnano come modificare la percezione e la reazione agli stimoli ansiogeni, aspetto fondamentale se si vuole superare l’ansia.
Per guarire e curare l’ansia patologica occorre rivolgersi ad uno Psicologo Psicoterapeuta in grado di fornire strumenti, tecniche e strategie che possono aiutare la persona a riacquistare la propria autonomia rispetto al disturbo e la propria qualità di vita.
Esistono molte psicoterapia in essere per la cura dell’ansia, una approccio di tipo breve strategico aiuta la persona in modo operativo e attivo a liberarsi del problema già in poche sedute o comunque non in terapie che richiedono lunghi anni di analisi e introspezioni, proprio perché operativa e non interpretativa fornisce strumenti per l’autonomia del proprio assistito fin dalla prima seduta.

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